Alla scoperta dei piatti tipici della Maremma Toscana.
Piatti semplici ma dal sapore forte e deciso. Il legame con la terra e con il mare si mostra in ogni suo aspetto: ecco a te un pasto completo tipico maremmano che ti farà subito esclamare: “maremma che bono!”
La cucina maremmana è fatta di sapori genuini e da tradizioni secolari legate appunto alla lavorazione della terra e alla pesca. Per questo motivo è caratterizzata soprattutto da un mix tra piatti poveri, come zuppe di verdure o di pesce e piatti forti, a base di cacciagione.
La caccia, soprattutto di cinghiali, fortemente presenti in Maremma, è un’attività molto presente e molto sentita da queste parti della Maremma, come del resto, in tutta la Toscana.
Quello che sto per suggerirti è un tipico pasto maremmano, ma ricorda: la cucina della Maremma è molto più di questo e per apprezzarla a pieno occorrerebbe passare qualche giorno in più in questa bellissima terra, anche perchè sono certa che, dopo l’antipasto tipico maremmano e la prima portata di tortelli starai già rotolando!
Se però abbini un buon vino della zona, e in Maremma ce ne sono di buoni, vedrai che tutto scende meglio!
ANTIPASTI:
CROSTINI MAREMMANI
Si tratta dell’antipasto toscano per antonomasia e vengono generalmente accompagnati da formaggi e salumi regionali. Ce ne sono di diversi tipi, ma quelli tipici maremmani sono sicuramente i “crostini neri”, a base di frattaglie o fegatini di pollo. La tradizione prevederebbe anche capperi, acciughe e cipolla ma ogni zona ha la sua versione.
Altri crostini, invece, sono a base di salsiccia e stracchino. La salsiccia toscana è molto forte e molto pepata, per cui lo stracchino serve per stemperare un pò il suo sapore. Appena sfornati sono una goduria.
I crostini nascono ai tempi degli antichi romani, quando durante i banchetti, facevano la scarpetta con il pane nei sughi rimasti nei vassoi.
PANZANELLA
Mix di pane raffermo e bagnato, olio, cipolla e verdure miste, servito in scodelle o zuppiere. Il suo nome, infatti, pare derivare da “pane e zanella”, dove “zanella” vuol dire proprio zuppiera.
Si dice che sia nata tra i pescatori, i quali erano soliti utilizzare l’acqua di mare per bagnare il pane raffermo e consumarlo con verdure. Ancora prima però, nel XIV secolo, Boccaccio descriveva un piatto simile, si trattava di un certo “pan lavato”..
PRIMO:
TORTELLI MAREMMANI
Tortelloni con ripieno di ricotta e spinaci, conditi con ragù di cinta o di cinghiale.
La loro caratteristica è il “marciapiede“, ovvero l’ampio bordo scavato con la forchetta. Si tratta di un piatto molto consistente, infatti, alcune trattorie tipiche maremmane e ristoranti caserecci, ne servono solo un paio nel piatto, ma bastano e avanzano da quanto sono grandi!
Il termine “tortello” deriva da piccola torta, mentre il termine “ritortello” significa ripiegare la sfoglia su se stessa.
In Maremma le suocere imponevano alle future nuore un esame di cucina, per vedere se fossero in grado di badare al figlio.. Indovinate quale era la prova più ardua?
SECONDO:
CINGHIALE IN UMIDO
In Toscana si mangia molta cacciagione. In questa zona soprattutto, il cinghiale è molto diffuso e si usa prepararlo così soprattutto a Natale e Capodanno. La preparazione del cinghiale in umido è molto lenta: non è facile cucinarlo, in quanto bisogna essere abili ad eliminare pian piano il sapore del selvatico. Ai tempi dei romani non era affatto un piatto contadino, anzi.. Era un piatto sontuoso da servire ai banchetti. Durante il medioevo e con l’aumento delle attività di caccia nella zona della Maremma, è diventato pian piano un piatto comune.
ZUPPE:
ACQUACOTTA
Mantiene il suo nome antico, di quando veniva preparata solo con acqua, pane e qualche verdura. E’ un piatto che racconta la miseria e la fatica del lavoro dei campi e della transumanza ai tempi della malaria. Il pane raffermo deve essere rigorosamente toscano: quindi senza sale. Al pane vengono poi aggiunte verdure, pomodoro, cipolle e, in alcune versioni, anche l’uovo in camicia.
CALDARO DEL MONTE ARGENTARIO
Zuppa di pesce tipica del Monte Argentario, simile al cacciucco livornese. Il caldaro è il nome della pentola in cui in origine i pescatori cucinavano la zuppa direttamente sulle barche o sugli scogli. Si possono usare quanti pesci si vogliono e vanno cotti tutti separatamente in ordine di morbidezza.
DOLCE:
TOPI DI CASTELL’AZZARA
Tipici dolcetti da festa della bassa Maremma. Sono a forma di mezzaluna o mezzo cerchio, che cotti e interi sembrano un topino.
A Castell’Azzara, la Compagnia Teatrale del Topone portava in scena lo spettacolo chiamato “Taglioli, topi e tagliole“, distribuendo poi questi dolcetti. Il loro ripieno è fatto di noci, miele, cannella e buccia di arancia: il sapore, infatti, è simile a quello del croccante.
Alla scoperta dei piatti tipici della Maremma Toscana.
Piatti semplici ma dal sapore forte e deciso. Il legame con la terra e con il mare si mostra in ogni suo aspetto: ecco a te un pasto completo tipico maremmano che ti farà subito esclamare: “maremma che bono!”
La cucina maremmana è fatta di sapori genuini e da tradizioni secolari legate appunto alla lavorazione della terra e alla pesca. Per questo motivo è caratterizzata soprattutto da un mix tra piatti poveri, come zuppe di verdure o di pesce e piatti forti, a base di cacciagione.
La caccia, soprattutto di cinghiali, fortemente presenti in Maremma, è un’attività molto presente e molto sentita da queste parti della Maremma, come del resto, in tutta la Toscana.
Quello che sto per suggerirti è un tipico pasto maremmano, ma ricorda: la cucina della Maremma è molto più di questo e per apprezzarla a pieno occorrerebbe passare qualche giorno in più in questa bellissima terra, anche perchè sono certa che, dopo l’antipasto tipico maremmano e la prima portata di tortelli starai già rotolando!
Se però abbini un buon vino della zona, e in Maremma ce ne sono di buoni, vedrai che tutto scende meglio!
ANTIPASTI:
Si tratta dell’antipasto toscano per antonomasia e vengono generalmente accompagnati da formaggi e salumi regionali. Ce ne sono di diversi tipi, ma quelli tipici maremmani sono sicuramente i “crostini neri”, a base di frattaglie o fegatini di pollo. La tradizione prevederebbe anche capperi, acciughe e cipolla ma ogni zona ha la sua versione.
Altri crostini, invece, sono a base di salsiccia e stracchino. La salsiccia toscana è molto forte e molto pepata, per cui lo stracchino serve per stemperare un pò il suo sapore. Appena sfornati sono una goduria.
I crostini nascono ai tempi degli antichi romani, quando durante i banchetti, facevano la scarpetta con il pane nei sughi rimasti nei vassoi.
Mix di pane raffermo e bagnato, olio, cipolla e verdure miste, servito in scodelle o zuppiere. Il suo nome, infatti, pare derivare da “pane e zanella”, dove “zanella” vuol dire proprio zuppiera.
Si dice che sia nata tra i pescatori, i quali erano soliti utilizzare l’acqua di mare per bagnare il pane raffermo e consumarlo con verdure. Ancora prima però, nel XIV secolo, Boccaccio descriveva un piatto simile, si trattava di un certo “pan lavato”..
PRIMO:
Tortelloni con ripieno di ricotta e spinaci, conditi con ragù di cinta o di cinghiale.
La loro caratteristica è il “marciapiede“, ovvero l’ampio bordo scavato con la forchetta. Si tratta di un piatto molto consistente, infatti, alcune trattorie tipiche maremmane e ristoranti caserecci, ne servono solo un paio nel piatto, ma bastano e avanzano da quanto sono grandi!
Il termine “tortello” deriva da piccola torta, mentre il termine “ritortello” significa ripiegare la sfoglia su se stessa.
In Maremma le suocere imponevano alle future nuore un esame di cucina, per vedere se fossero in grado di badare al figlio.. Indovinate quale era la prova più ardua?
SECONDO:
In Toscana si mangia molta cacciagione. In questa zona soprattutto, il cinghiale è molto diffuso e si usa prepararlo così soprattutto a Natale e Capodanno. La preparazione del cinghiale in umido è molto lenta: non è facile cucinarlo, in quanto bisogna essere abili ad eliminare pian piano il sapore del selvatico. Ai tempi dei romani non era affatto un piatto contadino, anzi.. Era un piatto sontuoso da servire ai banchetti. Durante il medioevo e con l’aumento delle attività di caccia nella zona della Maremma, è diventato pian piano un piatto comune.
ZUPPE:
Mantiene il suo nome antico, di quando veniva preparata solo con acqua, pane e qualche verdura. E’ un piatto che racconta la miseria e la fatica del lavoro dei campi e della transumanza ai tempi della malaria. Il pane raffermo deve essere rigorosamente toscano: quindi senza sale. Al pane vengono poi aggiunte verdure, pomodoro, cipolle e, in alcune versioni, anche l’uovo in camicia.
Zuppa di pesce tipica del Monte Argentario, simile al cacciucco livornese. Il caldaro è il nome della pentola in cui in origine i pescatori cucinavano la zuppa direttamente sulle barche o sugli scogli. Si possono usare quanti pesci si vogliono e vanno cotti tutti separatamente in ordine di morbidezza.
DOLCE:
Tipici dolcetti da festa della bassa Maremma. Sono a forma di mezzaluna o mezzo cerchio, che cotti e interi sembrano un topino.
A Castell’Azzara, la Compagnia Teatrale del Topone portava in scena lo spettacolo chiamato “Taglioli, topi e tagliole“, distribuendo poi questi dolcetti. Il loro ripieno è fatto di noci, miele, cannella e buccia di arancia: il sapore, infatti, è simile a quello del croccante.
Link del viaggio https://www.travelit.srl/tra/PARTENZE/PASPECIAL/PAASGOLFMA/maremma-che-lusso.html?mvt=1
Personal Agent Anna Scola